Chi è Armando Tami

Armando Tami è una personalità poliedrica nel panorama culturale e sociale della città di Villadossola della seconda metà del XX secolo.

Umile contabile ma appassionato di musica e del dialetto, poeta vernacolare e benefattore della sua città, della sua Ossola e delle sue chiese.

La sua presenza è viva tramite i suoi lasciti testamentari e il lavoro che continua a compiere questa FONDAZIONE a suo nome, cercando di seguire la sua volontà di filantropo ossolano, come si evince da questo estratto del suo Testamento Olografo:

Tutti i miei libri, la collezione di quadri e le stampe ossolane saranno consegnati alla Biblioteca Comunale.
L’asse ereditario (immobili, mobili, titoli, disponibilità finanziarie, collezione numismatica) avrà la seguente destinazione per gli importi indicati al lordo delle imposte ove e nella entità dovuta:
L. 1.000.000.000 = (un miliardo) alla Chiesa Parrocchiale della Noga
L. 1.000.000.000 = (un miliardo) alla Chiesa di Cristo Risorto di Villadossola
L. 1.000.000.000 = (un miliardo) alla Casa per Anziani T. Ceretti di Villadossola
L. 1.000.000.000 = (un miliardo) al Centro Culturale “La Fabbrica”
L. 1.000.000.000 = (un miliardo) all’Ospedale San Biagio di Domodossola

La parte rimanente sarà devoluta per la costituzione di una fondazione avente come scopo l’istituzione di borse di studio, borse di lavoro e l’attivazione di opere assistenziali e benefiche.
La Fondazione in oggetto dovrà essere gestita ed amministrata congiuntamente dal Sindaco di Villadossola, dal Parroco della Chiesa di Cristo Risorto e dal Preside della Scuola Media di Villadossola.

Villadossola, 12 Dicembre 1998.
Armando Tami

Biografia

Armando Tami nasce a Villadossola il 22 maggio 1926 da Alessandro e Antonia Veziaga. Trascorre l’infanzia tra le case e la gente della frazione Casa dei Conti e poi della Noga; verso la fine degli Anni Cinquanta si trasferisce definitivamente nell\’appartamento di Corso Italia, a Villadossola. Bambino e poi ragazzo diligentissimo, di buon senso e metodico, frequenta senza difficoltà i primi cicli di scuola elementare e media.

Gli anni dell'istruzione

Nel 1939 supera l’esame d’ammissione al Corso Superiore del Regio Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Ottaviano Fabrizio Mossotti” di Novara. Per seguire i corsi, come altri ragazzi di Villadossola, viene messo in Collegio: fino al 1944 sarà un convittore dell’Istituto San Lorenzo (Opera Don Bosco), situato in Baluardo Lamarmora 14, a Novara. Una volta al trimestre riceve la visita della madre Antonia, che con il treno si reca a trovare il figlio in compagnia delle madri di altri “interni”. La comunicazione con la famiglia è testimoniata da lettere e cartoline, in cui Armando viene invitato dalla madre ad essere “sempre buono e rispettoso con i superiori”, a non “far sprecare loro il fiato inutilmente”, ad essere “volonteroso nello studio” e “ubbidiente e garbato con i compagni”. E Armando deve aver soddisfatto pienamente gli inviti e le raccomandazioni della madre: “in tutti gli anni di Collegio mi sembra che non abbia mai preso un castigo!” ricorda Sandro Poscio, compagno di convitto. Agli scritti della madre di solito il giovane Armando risponde inviando cartoline con scorci novaresi, tutte scritte con grafia minuta e ordinarissima: ragguaglia la madre sulle condizioni di salute (sempre “ottime”) e sull’andamento scolastico. Sono comunicazioni precise ed affettuose, ma stringate, tanto che lo stesso Armando, in una lettera datata 28 maggio 1939, scrive: “Vi sembrerà certamente un miracolo che io vi abbia scritto una lettera; ma, ogni tanto…”. Impegno e attenzione nello studio sono qualità di cui Armando dà prova fin da subito: nell’anno scolastico 1941-42 riceve il primo premio della classe 2a sezione B Superiore Commerciale. Il premio gli viene consegnato il primo ottobre, alla ripresa delle lezioni. Nel 1944, ottenuto il diploma di Ragioneria, torna in Ossola e inizia a lavorare presso la “Soc P. A. Ind. M. Ceretti”, da cui viene assunto a decorrere dal primo novembre. Alla “Ceretti” rimarrà ininterrottamente fino al 27 luglio del 1979, così come registrato sul libretto di lavoro.

Gli anni del lavoro

Discrezione, correttezza formale, riservatezza estrema: sono queste le caratteristiche del Tami impiegato e, poi, libero professionista. Nel 1965 supera, infatti, l’esame di abilitazione (a Milano) per l’iscrizione all’Albo dei Ragionieri e Periti Commerciali delle Circoscrizioni dei Tribunali di Novara e Verbania: il Collegio dei Ragionieri di Novara e Verbania firma l’atto in data 26 aprile 1966. Sono anni di lavoro intenso, ma anche di impegno civile: per due volte, dal 1956 al 1960 e poi dal 1964 al 1970, partecipa attivamente alla vita amministrativa di Villadossola come consigliere comunale di minoranza. Nel 1969 viene nominato “Giudice Conciliatore”, incarico che poi diventerà di “Giudice di Pace”, (secondo quanto previsto dalla Legge n.ro 374 del 21 novembre 1991). Numerose le sentenze a firma del Tami: l’ultima porta la data del 20 marzo 1997.

Uomo schivo, ma educatissimo, ha sempre vissuto con serietà e riservatezza comportamentale estrema, segno anche di serietà professionale: “Non era spocchia la sua, né altezzosità” confida l\’amico Gianfranco Bianchetti. Difficile vederlo fermo per strada a chiacchierare se non con qualche amico. Nei ricordi di molti, se non di tutti, c’è sicuramente quel suo cedete il passo, arrestando per un istante l’incedere per porgere il saluto, quel “Buongiorno” che anch’io, bambina, mi sentivo rivolgere quando Io incontravo sul marciapiede. Nel 1972 riceve la nomina a Cavaliere dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”. La notizia, apparsa sul “Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n.ro 295 del 15 novembre 1972”, contiene purtroppo un piccolo errore: nell’elenco il nome di Tami è diventato Tani… chissà quanto disappunto per chi faceva della precisione assoluta un punto d’onore! Il diploma del 5 marzo 1973, inviato dall’allora Prefetto di Novara, Paolo Forte, riporta – per fortuna! – il nome corretto. Nel novembre 1976 il rag. Tami riceve un riconoscimento anche dalla “Ceretti”, per cui lavora ormai da più di trent’anni. Sulla targa, conservata tra le memorie, si legge: “la Soc. Pietro Maria Ceretti esprime al sig. Tami rag. Armando il suo apprezzamento e la sua gratitudine per il compimento di 32 anni di ininterrotto lavoro presso l’Azienda”. Dal 1976-77 inizia la collaborazione con lo studio commerciale del dott. Pietro Forlenza: nello studio domese il Tami si recherà quasi giornalmente per circa vent’anni, stringendo rapporti professionali e di rispettosa amicizia con il titolare, con cui intraprende numerosi ed “incredibili” viaggi in treno per Roma, dove si tengono alcune riunioni dei Collegi sindacali di cui Forlenza e Tami fanno parte. È proprio, infatti, sul treno che Io porta, lontano dalla sua terra che Tami sembra vivere una dimensione meno controllata, “come quando – confida il dott. Forlenza -, per scherzo, una volta cominciammo a discorrere tra noi come se fossimo due sconosciuti: io parlavo in dialetto napoletano, lui in ossolano. Tami era piegato in due dal ridere!”. Difficile crederlo, eppure parlando con le persone che più lo hanno frequentato e conosciuto, emerge anche un lato nascosto del rag. Tami, quello spiritoso e capace di sorprendere tutti con una battuta sagace. Nel 1995 Tami diventa anche Revisore Contabile con regolare iscrizione al Registro: ricoprirà tale incarico per numerose società ed enti, tra cui anche il Comune di Villadossola (dal 1994 al 1999). Ha lavorato sino alla fine, vivendo anche l\’ultimo periodo di vita, segnato dalla malattia, con quella riservatezza che lo ha sempre contraddistinto. Si è spento nella sua casa di Villadossola, in Corso Italia, il 26 febbraio 1999.

Gli interessi culturali

Si interessava di numismatica e di stampe d’arte, amava leggere e ascoltare musica: per anni ha frequentato i concerti delle Settimane Musicali di Stresa (quando ancora era d’obbligo l’abito scuro!) e, prima ancora, quelli di Ascona. Ha partecipato alla vita culturale dell’Ossola come consigliere e poi tesoriere del Movimento Culturale Ossolano, che organizzava conferenze (una delle ultime fu proprio quella di Gianfranco Contini sugli scrittori del Sempione) e campagne-abbonamenti al Piccolo Teatro di Milano. È stato inoltre membro attivo del Rotary Club Pallanza-Stresa, per cui ha tenuto numerose conferenze. Amava poi, soprattutto, scrivere poesie in dialetto, che lo mettevano in rapporto diretto con il mondo della sua esperienza, portandolo ad esprimere “una passione che sta fra il sentimento e l’intelletto, perché per Tami il dialetto rappresentava il chinarsi nelle dimensioni umane che lui viveva” (Gianfranco Bianchetti). Tami non era tuttavia un nostalgico laudator temporis acti: con il dialetto evocava la realtà da lui vissuta, sì, ma nel tentativo di essere il più aderente possibile alla realtà che viveva. Il risvolto umano della sua poesia fa emergere un aspetto della sua personalità che nei rapporti con le persone non traspariva: dai componimenti trapela un’umanità straordinaria, tutta tesa a dimostrare come quel mondo in cui era vissuto si fondava su valori autentici.

Economìa e volontà testamentarie

Se c’è una caratteristica – oltre alla riservatezza – su cui tutti possono essere d’accordo è che Tami fosse un uomo assai oculato nelle spese. Viveva con poco e il risultato di una vita di risparmi e di investimenti mirati è il cospicuo lascito (circa 12 miliardi delle vecchie lire) che ha consegnato in eredità alla società civile e religiosa di Villadossola e Domodossola. In particolare, secondo le volontà espresse nel testamento, parte del patrimonio è stato devoluto:

“per la costituzione di una fondazione avente come scopo l’istituzione di borse di studio, borse di lavoro e l’attivazione di opere assistenziali e benefiche. La Fondazione in oggetto dovrà essere gestita ed amministrata congiuntamente dal Sindaco di Villadossola, dal Parroco della Chiesa di Cristo Risorto e dal Preside della Scuola Media di Villadossola” (12 dicembre 1998).

La “Fondazione Armando Tami” è stata formalmente costituita nell’agosto dell’anno 2000 ed ha sede presso il Centro Culturale “La Fabbrica” di Villadossola.

Febbraio 2009

Danila Tassinari
(dal libro “Alegar e Grazia” poesie dialettali di Armando Tami)